Il cotto

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Il cotto? Meglio se fatto a mano!! E’ una merce preziosa, così naturale da non esigere troppi sforzi per stare al passo coi tempi, anzi è semmai nella sua antica tradizione che attinge tutto quanto  gli occorre per restare sempre sul podio : fascino, eleganza, forza, resistenza e tutto quanto lo rende ancora così unico.

il cotto fotografia

Il cotto fatto a mano, in effetti, ha tutte le caratteristiche necessarie a competere in ogni tipo di situazione. Forte e resistente da essere il prescelto nella costruzione di abitazioni, dalle più piccole e semplici a quelle più maestose; così lo si può incontrare nei palazzi storici più prestigiosi, nelle più famose piazze, nelle Chiese, nelle più disparate vie cittadine, nelle ristrutturazioni di ogni tipo, ed insomma in tutto quanto verte nel complesso mondo architettonico.


Perché il cotto fatto a mano?


Cioè, perché sceglierlo al posto di altri materiali? Non sarà l’unico così forte e durevole nel tempo, no? Non lo sarà, ma quanti sono anche estremamente duttili, naturali, funzionali ma al contempo così semplici da risultare tanto compatibili ed armoniosi in ogni contesto ed in qualunque ambiente si voglia realizzare? Il cotto fatto a mano, è versatile al punto da sposarsi meravigliosamente bene sia con un arredamento rustico, quanto con spazi dove invece, il moderno regna sovrano: qui non solo il cotto non stona, ma anzi si incastra perfettamente, sublimando tutta l’originalità di un’ambientazione ibrida.
Peraltro, essendo un manufatto, ha la possibilità di offrire al mercato una vasta gamma di prodotti, realizzandoli “su misura” secondo le proprio esigenze o i propri gusti, arrivando laddove il prefabbricato industriale spesso non può arrivare.


La qualità del fatto a mano, risiede innanzi tutto nell’elemento base, la semplice terra, l’argilla.
Essa dona già di per se le doti che caratterizzano un prodotto in cotto, come la consistenza, la purezza, la naturalità ed il colore. Ma all’occorrenza, specie per quest’ultima, si può agire ottimizzando il risultato finale. Con specifiche tecniche, si può partire dal colore naturale del cotto, e trattarlo fino a raggiungere la colorazione desiderata. Pratica molto in uso sia per un piacere personale, sia per ovvie esigenze in caso di ristrutturazione. In questo modo è possibile sostituire una porzione di cotto danneggiata col tempo, con una di nuova manufattura, ma trattata in modo che sia più possibile simile all’originale. In questo ci viene in aiuto anche la carteggiatura che più o meno marcata, conferisce alla nuova pavimentazione quell’aspetto anticato da sembrare “consumata dal tempo”.


Con appositi macchinari, che agiscono direttamente sul pavimento posato, si arriva ad ottenere una superficie addirittura levigata, per chi ha mere esigenze pratiche, ma non vuole comunque rinunciare al piacere del cotto.
La sua massiccia richiesta, è giustificata dal suo largo impiego, non solo per i pavimenti, ma anche nella realizzazione di tetti, sotto tetti, muretti, archi, battiscopa, gradini e quindi scale, tavoli, piani cottura, colonne, rivestimenti di pareti o di mobili-cucina ecc..; e come per gli interni, così anche per gli esterni, in quanto ingelivo ed anche antiscivolo se mantenuta la sua originale superficie grezza. Quindi troverà il suo spazio ancora in scalate esterne, nei portici, terrazze, bordi piscina, marciapiedi, cortine per muretti, ed anche nei passaggi carrabili, tanto è resistente alla forza meccanica.


Tra le sue forme più classiche, possiamo senz’altro citare i mattacchioni, ovvero i classici mattoni più spessi, essenzialmente presenti come elemento strutturale, ma non di meno le pianelle, mattonelle dal formato rettangolare che coprono indubbiamente la più ampia distribuzione in tutto il mercato edilizio.
Ma con il cotto si gioca un po’ di fantasia, componendo le pose più disparate, abinando forme come  pentagoni, esagoni, listelli, quadre particolarmente grandi o quadrucci particolarmente piccoli, creando pose a spina di pesce, o a cesto, o cornici a correre ecc.. Pezzi speciali come le “stelle”, serviranno invece ad innalzare decorative pareti “frangivento”.


Oggi si parla molto di natura, e quando si dice naturale, in caso di cotto fatto a mano, si intende proprio biologico, nel senso che la sua struttura si compone unicamente di tre elementi naturali: acqua, terra e fuoco. La terra, è la sua stessa natura, la sola materia; l’acqua come elemento essenziale per l’impasto della materia; ed in fine il fuoco, come unico elemento necessario alla cottura, che portata ad un’elevata gradazione, garantisce al prodotto finale, robustezza e resistenza nel tempo. Un pavimento in cotto fatto a mano, vuol dire calda accoglienza, e non solo come percezione visiva, ma grazie alla sua composizione porosa, intrattiene effettivamente il calore, limitando quindi anche le dispersioni termiche.
Il buon vecchio cotto, resta tutt’oggi, a distanza di secoli, uno dei pochi prodotti che non teme rivali, va oltre ogni temporanea tendenza di moda e si proietta nel futuro, con la sua sola semplicità e naturalezza.